La vita straordinaria di Bergoglio | Cosa ci insegna il Papa della speranza?

Scopri la vita straordinaria di Papa Francesco, il migrante venuto dalla fine del mondo, e il suo impatto globale per la pace e la giustizia ✌️🌍.

A cura di Redazione
21 aprile 2025 10:42
La vita straordinaria di Bergoglio | Cosa ci insegna il Papa della speranza? -
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Francesco, il papa del dialogo e della solidarietà, ci lascia

ROMA – È con un profondo senso di tristezza che il mondo accoglie la notizia della scomparsa di Jorge Mario Bergoglio, il 266esimo papa, a quell’epoca conosciuto come Francesco, avvenuta all’età di 88 anni. Eletto sommo pontefice il 13 marzo 2013, Bergoglio ha rappresentato per molti una figura di speranza in un periodo caratterizzato da conflitti e disuguaglianze. Si è sempre visto come il “papa venuto dalla fine del mondo”, un richiamo alle sue umili origini argentine.

Nato il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, Francesco era figlio di migranti piemontesi. “La mia gente è povera, e io sono uno di loro,” ha sottolineato in più occasioni per spiegare la sua scelta di vita semplice e la volontà di restare vicino ai più bisognosi. La sua infanzia è stata segnata dall’amore della nonna, Rosa Margherita Vassallo, che gli ha trasmesso i valori della carità e della giustizia sociale, riconoscendo sempre l’importanza di “donare un pezzo di pane a chi sta peggio.”

Francesco emerge come una figura di spicco nel panorama ecclesiastico latinoamericano, che ha saputo coniugare la modernità con la tradizione, facendo del dialogo un punto cardine del suo pontificato. La sua reputazione di pastore vicino alla gente si è consolidata durante gli anni di servizio come arcivescovo di Buenos Aires, dove ha intrapreso un forte impegno a favore dei poveri e dei malati, promuovendo una Chiesa aperta e accogliente.

Nel 2005, Francesco partecipa al conclave che elegge papa Benedetto XVI, ma sarà nel 2013 che il mondo lo conoscerà come il primo papa gesuita e il primo a scegliere il nome Francesco, un tributo a San Francesco d’Assisi e alla sua dedizione ai più poveri. La sua leadership si è distinta per l’immediatezza e l’empatia, sempre accompagnata da un sincero desiderio di costruire ponti tra le diverse fedi e culture.

Un momento cruciale del suo pontificato è stato il viaggio in Sud Sudan. “Devo andarci a tutti i costi, il popolo mi aspetta,” aveva dichiarato con passione. Giunto a Juba, ha voluto sensibilizzare la comunità internazionale riguardo a un dramma silenzioso, esprimendo la sua convinzione che disinteressarsi delle sofferenze altrui significherebbe tradire i valori cristiani di amore e condivisione.

La sua dedizione alla pace si è tradotta in gesti iconici, come il bacio dei piedi ai leader sudsudanesi durante un ritiro a Roma. “Fu un segno di umiltà e attenzione verso il popolo sud-sudanese,” ha spiegato un missionario, testimoniando la sua capacità di creare momenti di riconciliazione.

Negli ultimi giorni della sua vita, il desiderio di Francesco per un mondo unito è stato evidente. Ha continuato a lanciare appelli per la pace, denunciando il commercio delle armi e richiamando l’umanità a prendersi cura della "casa comune". Le sue encicliche, come "Laudato si’" e "Fratelli tutti," evidenziano la sua preoccupazione per il pianeta e il suo forte richiamo all’unità tra le diverse fedi.

Francesco non è stato solo un leader religioso, ma una voce per i più vulnerabili. Le sue parole hanno raggiunto i palestinesi in Gaza, mentre si trovava in ospedale, dimostrando che il suo pensiero si estendeva oltre i confini fisici e sociali.

La sua memoria vivrà attraverso i gesti e gli insegnamenti che ha lasciato al mondo. La sua visione di un’umanità più giusta e solidale continuerà a ispirare generazioni, mentre il suo invito a “vedere sempre un pezzo di pane da donare” rimarrà un monito contro l’indifferenza. La piazza San Pietro, un simbolo di unità, continuerà a portare il suo ricordo e la sua eredità: un papa che ha sempre cercato di abbattere le barriere per costruire una comunità mondiale più coesa.

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