Un nonno partigiano raccontato in un docufilm | Perché la memoria storica è più importante che mai?
Scopri il docufilm su Luigi Arbizzani, partigiano e nonno, in prima al 25 aprile a Bologna. Un viaggio tra storia e testimonianze indimenticabili 🎥✨

BOLOGNA – Un tributo al passato che si fa presente. Il 25 aprile, giorno della Liberazione, l’Istituto storico Parri di Bologna ospiterà la prima del docufilm dal titolo eloquente: “Oddone, chi era Luigi Arbizzani. Il partigiano, lo storico, il comunista, il nonno”. Questa pellicola, realizzata dal nipote Alessandro Marchi, si propone non solo di rievocare la figura di un uomo che ha segnato la storia del territorio emiliano-romagnolo, ma di porre interrogativi sulla memoria e l’identità.
“Che io voglia ricordare il nonno è normale, ma perché dovrebbero farlo gli altri?” è la provocazione lanciata da Marchi, che ha voluto dare una risposta attraverso immagini, documenti e testimonianze. Luigi Arbizzani, conosciuto con il nome di battaglia Oddone, è stato sia partigiano che sindacalista, storico e politico, un uomo il cui impatto si estende oltre l’ambito familiare per abbracciare la comunità intera.
Il docufilm, girato in diverse località significative come Monte Sole e il sacrario dei Caduti in piazza Nettuno, non si limita a raccontare la vita di Arbizzani, ma coinvolge anche una trentina di persone che hanno incrociato il suo cammino. Tra sindacalisti, politici e amici, ognuno di loro offre una prospettiva unica su chi fosse davvero Luigi Arbizzani, oltre a essere un affettuoso nonno.
Finanziato tramite crowdfunding, il progetto ha preso forma grazie alla volontà di Marchi e della casa di produzione Filandolarete. L’idea è germogliata nell’autunno del 2023, in concomitanza con l’inaugurazione della Camera del lavoro di Pieve di Cento a lui dedicata. “Quando ho postato il video dell’inaugurazione, un amico regista ha suggerito di realizzare un film su di lui”, racconta Marchi, sottolineando come inizialmente l’idea si sia evoluta a dispetto delle difficoltà.
Marchi ha anche scoperto attraverso le interviste rivelazioni significative sul pensiero del nonno, come la sua particolare attenzione verso il mondo femminile e il valore del contributo delle donne nella Resistenza. Anche il suo ultimo articolo, pubblicato pochi giorni prima della sua morte, poneva l’attenzione su temi cari agli attivisti di oggi.
Nonostante il rilievo del progetto, Marchi esprime un certo rammarico per il fatto che le istituzioni locali, dall’ANPI ai vari Comuni coinvolti, non abbiano supportato finanziariamente la realizzazione del film. “Se non fosse stato per la produzione che ha investito tempo e risorse, il docufilm probabilmente non sarebbe stato completato”, ha commentato, rimarcando il lavoro considerevole che ha richiesto.
In chiusura, il film si avvale della voce di Luigi Arbizzani stesso, estratta da una sua intervista rilasciata nel 1998, dove si esprime sulla sua esperienza in modo chiaro e diretto, rivelando il pensiero critico e la lucidità di un uomo che ha vissuto furori ed esperienze dimenticate.
Con la proiezione del 25 aprile, non si celebra solo la memoria di un partigiano, ma si invita a riflettere su ciò che esso rappresenta nella costruzione della nostra identità collettiva. Una testimonianza forte e necessaria per le future generazioni.