Femminicidio a Correggio | L’uscita da una relazione che si trasforma in una trappola mortale

Femminicidio a Correggio: Daniela Coman è stata uccisa dall'ex compagno in una relazione segnata da violenza e paura. Scopri di più su questa tragica storia. 💔👮‍♂️

A cura di Redazione
16 maggio 2025 21:06
Femminicidio a Correggio | L’uscita da una relazione che si trasforma in una trappola mortale -
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Femminicidio a Correggio: la tragica fine di Daniela Coman

Correggio, 16 maggio 2025 – Un omicidio che racconta una storia di violenza e paura. Daniela Coman, 48 anni, è stata trovata morta nell’abitazione del suo ex compagno, Peter Pancaldi, 45 anni. La loro relazione, caratterizzata da maltrattamenti e minacce, è culminata in un tragico epilogo che ha scosso l’intera comunità.

Pancaldi ha confessato di aver ucciso Daniela soffocandola. In preda alla furia e alla rabbia, ha teso una vera e propria trappola mortale, distruggendo una vita che cercava di riemergere da un contesto di violenza. L’uomo ha giustificato il suo gesto dicendo che la donna non gli dava più soldi, necessari anche per la sua dipendenza dalla droga.

Il dramma si è consumato il 13 maggio, quando Daniela aveva deciso di interrompere la loro relazione e si era recata a casa di Pancaldi per recuperare i suoi effetti personali. Temendo per la propria incolumità, la donna ha attivato una chiamata con la sorella, sperando che i suoi movimenti fossero monitorati. Nonostante la precauzione, l’incontro si è trasformato in una tragedia.

Le ricerche di Daniela sono iniziate solo la sera successiva, con la denuncia di scomparsa presentata dall’ex compagno, che si è sentito costretto a contattare i Carabinieri anche su insistenza della sorella della vittima.

Quando i militari hanno trovato il cadavere di Daniela, Pancaldi era già scomparso. È stato rintracciato in stato confusionale e, successivamente, ha confessato l’omicidio. Le modalità con cui ha agito raccontano di una intensa possessività e di un controllo asfissiante. Spesso, infatti, Pancaldi aveva esercitato la violenza su di lei, tappandole naso e bocca, un’attitudine che potrebbe aver condotto all’omicidio.

Il procuratore capo di Reggio, Calogero Gaetano Paci, ha dichiarato che la donna viveva una vita apparentemente normale. Tuttavia, sotto la superficie c’era una realtà di sofferenza e paura, che evidenzia l’importanza di denunciare le situazioni di abuso. "Dite alle vittime di denunciare sempre," ha esortato Paci, "senza la denuncia queste vicende non emergono e possono costare la vita."

La tragedia di Daniela Coman non è solo una notizia di cronaca, ma un allarme per una società che deve affrontare con urgenza il problema della violenza domestica. È un caso che invita alla riflessione e all’azione, affinché simili episodi non si ripetano.

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