Fisco, Meritocrazia Italia: 'su web tax Ue non assecondi politiche predatorie'
(Adnkronos) - "I giganti della Rete, molti dei quali battenti bandiera americana, crescono ormai da anni, e il giro d’affari continuerà ad aumentare di volume anche nel prossimo futuro. Servizi apparentemente gratuiti fruttano ricavi le

(Adnkronos) - "I giganti della Rete, molti dei quali battenti bandiera americana, crescono ormai da anni, e il giro d’affari continuerà ad aumentare di volume anche nel prossimo futuro. Servizi apparentemente gratuiti fruttano ricavi le cui cifre raggiungono quasi il 90% del pil italiano. Eppure oggi resta il paradosso di imprese che, da un lato, guadagnano somme inimmaginabili e, dall’altro, contribuiscono in misura irrisoria al pagamento di tasse e tributi. Impiantano la propria sede in Paesi a fiscalità agevolata e risparmiano eludendo il fisco", così Meritocrazia Italia in una nota. "Cosa inimmaginabile per un cittadino comune, che vede sfumare i sacrifici di una vita dietro a una fiscalità che strozza invece di essere strumento di rilancio delle imprese e migliore sostegno per le famiglie, perdendo la sua originaria, e in teoria unica, funzione".
"Oggi - prosegue la nota di Meritocrazia Italia - , lo strapotere dei gestori delle grandi piattaforme – che non è soltanto economico, avendo il pieno controllo anche di contenuti e informazioni, avendo accesso ai dati personali di milioni e milioni di utenti, e potendone monitorare le abitudini di con-sumo, con profilazioni non sempre consentite e autorizzate – trova una tutela in più. E tutto grazie al braccio di ferro di potenze mondiali senza scrupoli. Stupisce che una notizia di tal fatta passi lontano dai riflettori mentre l’Europa, che pagherà un prezzo altissimo per la rinuncia alla web tax e, di fatto, alla sovranità digitale sacrificate sull’altare del negoziato di Washington, si affanna a gettare fumo agli oc-chi sul recupero della finanza necessaria al Recovery Fund con imposizioni fiscali alternative che, neanche a dirlo andranno a cari-co di tutti, tranne che dei giganti".
"È per certo una sconfitta - rimarca Meritocrazia Italia - . Un battaglia commerciale impari che legittima perfino una concorrenza fiscale sleale tra Stati membri che ospitano le sedi legali delle multinazionali in cambio di aliquote vantaggiose. Una questione che non si può chiudere così", per questo Meritocrazia Italia "invoca una più decisa partecipazione dei Paesi Ocse e di quelli che compongono il G20 affinché si possa finalmente fornire la necessaria regolazione multilaterale, in una materia che è destinata a dominare nei prossimi anni sul piano fiscale e commerciale a livello globale. L’Europa promuova la collaborazione e non assecondi politiche predatorie. Sul presupposto che l’Italia debba giocare attivamente la partita, Meritocrazia chiede, altresì, al Presidente del Consiglio di farsi portatrice dei valori fondanti la democrazia con l’applicazione di quel giusto criterio di tassazione che riequilibri lo strapotere dei colossi e affinché una tale ricchezza possa essere investita in equità e valore sociale, in ricerca scientifica, sanità, scuole e per tutto quanto possa servire ad innalzare culturalmente un Paese che ha ormai perso di vista le vere priorità".
Quindi "si lavori a un sistema di tassazione calibrato sulla effettiva capacità contributiva come criterio discretivo, per garantire una reale giustizia sociale, prima ancora che economica. Sia salvaguardato, a un tempo, il servizio pubblico dell’informazione (peraltro già tassato) e in generale quelle realtà che non potrebbero mai sostenere una pressione fiscale ulteriore se non al prezzo della competitività (la nemesi del rilancio spesso assunto a cavallo di battaglia delle maggioranze ad ogni tornata elettorale). Deroghe siano previste anche in favore dell’editoria e dell’informazione e in generale di piccole e medie imprese e start up, con abbassamento delle soglie di rilevanza", conclude Meritocrazia Italia.