Gergiev a Caserta: l'amicizia con Putin risveglia polemiche intollerabili | La cultura può davvero essere neutrale?
Gergiev alla Reggia di Caserta solleva polemiche: Julija Navalnaja dichiara il suo dissenso. De Luca risponde e si parla di dialogo. Scopri di più! 🎶🇷🇺✨

Gergiev alla Reggia di Caserta: Polemiche e Questioni Politiche
NAPOLI – La partecipazione del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev al festival “Un’Estate da Re”, in programma il 27 luglio alla Reggia di Caserta, ha riacceso un acceso dibattito. A mettere in luce le controversie è stata una lettera di Julija Navalnaja, moglie del dissidente russo Alexei Navalny, pubblicata su La Repubblica. Definendo Gergiev un “complice e fiancheggiatore” delle politiche di Putin, Navalnaja ha espresso forte dissenso sull’invito.
“Com’è possibile che, tre anni dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, Gergiev, incluso nelle liste delle sanzioni, possa esibirsi in Italia?” si interroga Navalnaja, richiamando l’attenzione sull’assurdità della situazione in un contesto di guerra in corso. Secondo lei, il maestro ha sempre sostenuto le politiche di Putin con fervore, non come artista ingenuo, ma come un complice consapevole del regime russo.
De Luca e il Dialogo Necessario
Il governatore campano, Vincenzo De Luca, ha risposto alle critiche con fermezza. “In questo momento, tutti parlano con Putin,” ha dichiarato, evidenziando l’importanza del dialogo in un periodo di conflitto. De Luca ha ribadito la posizione della Regione, che si è sempre espressa in favore della pace, sottolineando di aver accolto molti rifugiati ucraini nel territorio. “Non intendiamo chiudere i canali di comunicazione”, ha affermato, contrariamente a chi invoca la cancellazione di qualsiasi interazione con l’attuale leadership russa.
Il Ministero della Cultura interviene
Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha anch’egli commentato la questione, avvertendo che l’arte non dovrebbe essere censurata, ma che “il concerto di Gergiev rischia di trasmettere un messaggio sbagliato”. Secondo Giuli, l’appuntamento musicale potrebbe trasformarsi in una cassa di risonanza per la propaganda russa, vista la reputazione di Gergiev come sostenitore del regime.
Università della Controversia
Questa situazione ha aperto un ampio dibattito non solo sulla libertà di espressione e sull’arte ma anche sulle responsabilità etiche di chi organizza eventi culturali. “Se nel 2025 il Cremlino è contento della vostra scelta, allora state sicuramente sbagliando.”, scrive Navalnaja, chiedendo coerenza e sensibilità nei confronti della crisi ucraina.
L’invito a Gergiev, quindi, si configura non solo come un evento musicale, ma come un simbolo di un’ampia gamma di questioni politiche e morali, che ricorda quanto siano intricati i legami tra cultura e politica, soprattutto in periodi di conflitto.
In questo contesto, la rassegna “Un’Estate da Re” potrebbe rappresentare più di un semplice festival. Potrebbe essere un banco di prova per il dialogo, la critica e la responsabilità culturale nell’epoca contemporanea.