“M – il figlio del Secolo” rischia di non tornare | È davvero solo questione di soldi?
M – il figlio del Secolo potrebbe non avere una seconda stagione. Scoprire i retroscena di un capolavoro controverso e costoso. 🎬💔✨

“M – il figlio del Secolo”: in forse la seconda stagione. Scurati lancia un appello alla riflessione
Roma, 29-07-2025 – “M – il figlio del Secolo”, la serie che ha conquistato il pubblico e la critica, potrebbe non avere una seconda stagione. Nonostante il milione di spettatori nei primi giorni e l’eco di recensioni entusiastiche, ci sono ombre pesanti che incombono sul futuro di questo progetto ambizioso. “È incredibile che una serie così non abbia una seconda stagione. Guardate l’accoglienza all’estero: tutti gridano al capolavoro. Bisogna chiedersi perché”, ha dichiarato lo scrittore e creatore della serie, Alessandro Scurati, durante il festival di Giffoni.
La trama della serie, che intreccia fascismo e populismi contemporanei, ha generato non poche polemiche, in particolare riguardo all’interpretazione di Mussolini da parte di Luca Marinelli. “Da quando l’antifascismo è diventato controverso?”, ha chiesto provocatoriamente il produttore Wright, evidenziando le difficoltà che la serie sta affrontando all’estero. Infatti, molte piattaforme americane si sono mostrate riluttanti a trasmettere “M”, definendola “troppo controversa”. La serie, un mix di audacia e creatività, sembra riscontrare ostilità non solo in patria, ma anche oltre oceano.
Il costo della produzione è un altro elemento critico. Con un investimento di 65 milioni di euro per otto episodi e scenografie monumentali, la serie ha già richiesto un forte impegno finanziario da parte di Sky e Fremantle, oltre a un contributo statale di 15 milioni attraverso tax credit. Gli alti costi di produzione e i timori di controversie politiche rendono difficile una sua continuazione. Scurati ha parlato di “micro-censure” che minano la libertà d’espressione e ha rivelato di aver ricevuto minacce nella sua sfera privata.
Mentre il pubblico attende con ansia un annuncio ufficiale, le parole di Scurati pongono una questione cruciale: “Chiediamoci come mai” una serie tanto acclamata stia affrontando tali incertezze. I riflettori ora sono puntati non solo sulla produzione di “M”, ma anche sulla salute del dibattito culturale nel nostro paese e le sue ricadute sui progetti più ambiziosi. La vera sfida, dunque, non sarà solo migliorare l’audience, ma anche proteggere quel patrimonio di libertà artistica che fa dell’arte un potente strumento di riflessione e critica sociale.