Oceani invisibili | Scopri perché oltre 90.000 chiazze di petrolio restano dimenticate!

Scopri l'oscura realtà delle oltre 90.000 chiazze di petrolio negli oceani. Solo 474 registrate! 🌊🛳️ Un'inchiesta rivela l'inquinamento invisibile! 🛑

A cura di Redazione
29 luglio 2025 12:52
Oceani invisibili | Scopri perché oltre 90.000 chiazze di petrolio restano dimenticate! -
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Oceani a macchia d’olio: solo 474 chiazze registrate su oltre 90.000 rilevate

Roma – Negli ultimi cinque anni, il piano marino ha visto l’emergere di oltre 90.000 chiazze di petrolio, ma solo 474 di queste sono state documentate ufficialmente. Questa situazione allarmante è il risultato di un doppio fallo: da un lato, l’inefficienza delle autorità di vigilanza; dall’altro, la sproporzione tra il numero di scarichi illegali e quelli effettivamente segnalati. Un’inchiesta congiunta del Guardian, Lloyd’s List e Watershed Investigations ha rivelato la portata di un inquinamento cronico devastante.

Un’analisi dei dati satellitari ha mappato un panorama allarmante: chiazze nere che si estendono per mari interi, visibili dallo spazio. Questi dati sono stati incrociati con rapporti ufficiali e mostrano una realtà inquietante: quasi il 20% delle macchie marine mondiali proviene da navi, coprendo un’area equivalente all’intera Italia.

Le ricerche della Florida State University confermano ulteriormente la situazione: tutte le chiazze osservate sono state classificate come illegali, superando i limiti stabiliti di almeno tre ordini di grandezza. Contrariamente alla percezione comune, la maggior parte di queste chiazze non è il risultato di incidenti ma di scarichi volontari di acque di sentina, una miscela oleosa che resta intrappolata nella pancia delle navi.

La Convenzione Marpol, destinata a proteggere gli oceani, sembra essere diventata solo una lettera morta. Avviare un procedimento contro le compagnie comporta costi elevati e lunghe tempistiche legali, favorendo i colossi del trasporto marittimo. Le statistiche parlano chiaro: la Corte dei conti europea ha rilevato che meno della metà delle segnalazioni in acque europee viene verificata, e solo il 7% delle chiazze è confermato come inquinamento reale.

Il problema è globale e si estende anche alle coste dell’Africa occidentale, dove un recente studio ha evidenziato che tra il 2021 e il 2022, il 16% delle chiazze mappate proveniva da fonti navali. Questo corrisponde a un’area equivalente a ben 28.800 campi da calcio, eppure non è stato registrato alcun incidente ufficiale in quelle acque.

Il quadro è critico: l’inquinamento cronico degli oceani rimane invisibile ai report e devastante per la vita marina. Con una tale disconnessione tra realtà e registrazioni ufficiali, la domanda sorge spontanea: quali misure saranno adottate per proteggere gli oceani e garantire un monitoraggio efficace? La situazione attuale potrebbe costituire un vero e proprio campanello d’allarme per l’intera comunità internazionale.

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