Israele ha arrestato centinaia di palestinesi | Ma perché nessuno viene processato?

Dopo due anni dall'attacco del 7 ottobre, la giustizia in Israele è ferma. Centinaia di palestinesi arrestati, ma il processo è un miraggio. Scopri di più! ⚖️🇮🇱✌️

A cura di Redazione
13 agosto 2025 15:25
Israele ha arrestato centinaia di palestinesi | Ma perché nessuno viene processato? -
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Israele in attesa di giustizia: due anni dopo il 7 ottobre, la situazione rimane incerta

ROMA – Due anni dopo l’attacco fatale del 7 ottobre 2023, la giustizia israeliana sembra essere bloccata. Nonostante centinaia di palestinesi siano stati arrestati e molti di loro si trovino ancora in detenzione preventiva, nessuno è stato processato per il crimine che ha scatenato una guerra e un disastro umanitario. Mentre l’esercito israeliano ha lanciato operazioni di rappresaglia, la questione dei responsabili dell’attacco rimane in sospeso.

Al momento, oltre 200 palestinesi sono in detenzione preventiva e circa 2.700 altri, catturati nella Striscia di Gaza nei 21 mesi successivi, sono stati classificati come “combattenti illegali” senza accuse formali. Almeno 48 di questi detenuti sono deceduti mentre si trovavano in custodia. Questa mancanza di progressi ha destato preoccupazioni tra osservatori e attivisti per i diritti umani, sollevando interrogativi sul come Israele gestisca la giustizia in un contesto così complesso.

Funzionari ed ex procuratori israeliani hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo a come il caos post attacco abbia ostacolato la raccolta di prove. “Corpi sepolti in fretta e testimoni dispersi hanno complicato la situazione,” ha affermato l’ex procuratrice Moran Gez. Questa mancanza di chiarezza ha portato a uno stallo giudiziario che, secondo alcuni parlamentari come Yulia Malinovsky, potrebbe distrarre l’attenzione dagli errori del governo e influenzare le negoziazioni riguardanti gli scambi di prigionieri.

Recentemente, la Knesset ha approvato una legge per istituire un tribunale dedicato, composto da 15 giudici e con poteri straordinari, che potrà processare i sospetti per genocidio, reato che in Israele prevede la pena di morte. Tuttavia, il percorso legislativo è lungo, e i primi processi potrebbero non iniziare prima del 2026.

Nel frattempo, le ONG e osservatori internazionali continuano a segnalare detenzioni a tempo indefinito, condizioni di vita dure e limitato accesso legale. Ex detenuti intervistati riferiscono di aver subito violenze, inclusi casi di percosse e scosse elettriche. L’esercito israeliano ha negato qualsiasi abuso sistematico, ma cinque soldati sono stati incriminati a febbraio per maltrattamenti.

Molti ritengono che la lentezza dei procedimenti giudiziari sia anche il risultato di calcoli politici. Evitare di riaccendere il dibattito sulle criticità della sicurezza del 7 ottobre e mantenere margini di manovra per le trattative con Hamas sembra essere parte della strategia attuale.

In un clima di incertezze e accuse di ingiustizie, la comunità internazionale osserva con attenzione come Israele gestirà la questione della responsabilità e della giustizia nei mesi e negli anni a venire.

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