Almasri, Celotto: "Caso Bartolozzi simile ad affaire Ruby e Lockeed, decida Consulta"

(Adnkronos) - Il ricorso alla Corte costituzionale potrebbe essere la strada utile a sciogliere il nodo legato al ruolo del capo gabinetto al Ministero della Giustizia, Giusi Bartolozzi, nel caso Almasri. Bartolozzi, indagata di false d

A cura di Adnkronos Adnkronos
19 settembre 2025 15:50
Almasri, Celotto: "Caso Bartolozzi simile ad affaire Ruby e Lockeed, decida Consulta" -
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(Adnkronos) - Il ricorso alla Corte costituzionale potrebbe essere la strada utile a sciogliere il nodo legato al ruolo del capo gabinetto al Ministero della Giustizia, Giusi Bartolozzi, nel caso Almasri. Bartolozzi, indagata di false dichiarazioni davanti al Tribunale dei Ministri rese nella veste di persona informata sui fatti, deve essere giudicata autonomamente dai giudici ordinari o può esserlo dal Tribunale dei Ministri, pur non essendo ministro o parlamentare e non essendo sottoposta ad immunità?  

Secondo l'ex capogabinetto e costituzionalista Alfonso Celotto, professore ordinario all'università Roma 3, "questo è il punto cruciale della vicenda, degno della Corte costituzionale, cioè meritevole di un conflitto di attribuzioni fra poteri", come lascia presagire l'approvazione da parte della Giunta per le autorizzazioni della Camera della proposta della maggioranza di chiedere alla Procura ed al Tribunale dei ministri informazioni sul caso, "perché - spiega all'Adnkronos - ove ci sia un atto di un Tribunale ordinario contro la Capo Gabinetto può essere sollevato il conflitto di attribuzioni".  

Ma Bartolozzi va considerata dirigente statale 'laica' o, in quanto ausiliaria del ministro della Giustizia Nordio, una figura politico/ministeriale? "Qui risaliamo a Crispi che (a fine 800, in particolare nel 1887-1891 e nel 1893-1896 - ndr) affianca alla figura del ministro un segretario particolare, un tecnico, una figura fiduciaria del ministro, che quindi si colora di politica, e che media fra politica e amministrazione", risponde. "Certo è - rimarca - che da Capo gabinetto Bartolozzi esegue ed attua ordini di un ministro su un caso delicato". 

Quindi Celotto guarda alla giurisprudenza costituzionale: "Il caso Bartolozzi è simile a quello Ruby/Berlusconi - rileva - L'unica differenza è che Berlusconi era un primo ministro mentre Bartolozzi è un capo gabinetto. Il nodo su Berlusconi fu: la telefonata in questura per far rilasciare Ruby era un reato ministeriale o comune? E la questione arrivò in Corte costituzionale. Qui invece il reato è sicuramente ministeriale, ma bisogna capire se il funzionario laico deve essere giudicato insieme a Nordio, Piantedosi e Mantovano dal Tribunale dei ministri o separatamente dal giudice ordinario".  

E ci potrebbe essere un altro 'caso guida' per districare la questione: "Si tratta del caso Lockeed (1977 - ndr) - indica l'ex capo gabinetto - in cui oltre ai ministri Gui e Tanassi anche i laici, cioè i 'non ministri' e 'non parlamentari' (rinviati a giudizio dal Parlamento in seduta comune contestualmente agli atti deliberati per Gui e Tanassi - ndr) furono processati dinnanzi al Tribunale dei ministri, che ai tempi era la Corte costituzionale", secondo la legge costituzionale n.1 del 1953 vigente all'epoca che prevedeva che ministri fossero messi in stato d'accusa dal Parlamento in seduta comune e che il giudice competente per loro ed eventuali co-imputati laici fosse la Consulta.  

Anche la legge che istituisce nel 1989 il Tribunale dei Ministri prevede espressamente la possibilità di estendere la competenza a "laici" coinvolti in reati connessi? "In un eventuale conflitto fra poteri si deve capire. Per quanto a me risulta è la prima volta che il Tribunale dei ministri gestisce un caso di connessione con 'non ministri' e quindi nel dubbio la valutazione spetta alla Corte costituzionale", che potrebbe invitare il Parlamento a colmare una lacuna normativa, non potendo essa stessa estendere la competenza del Tribunale dei Ministri ai laici per via interpretativa. (di Roberta Lanzara) 

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