Almasri, Giunta Camera: no autorizzazione a procedere per Mantovano, Nordio e Piantedosi
(Adnkronos) - La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha respinto la richiesta di procedere nei confronti dei ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell'Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio


(Adnkronos) - La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha respinto la richiesta di procedere nei confronti dei ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell'Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano nell'ambito della vicenda Almasri, il generale libico accusato di crimini contro l'umanità (prima arrestato e poi rilasciato e rimpatriato dalle autorità italiane).
Il voto in Aula è fissato per il 9 ottobre. L'organismo parlamentare ha bocciato la relazione del piddino Federico Gianassi che il 9 ottobre farà in Aula una relazione di minoranza sul caso Almasri.
“Dopo la bocciatura della relazione Gianassi, ho nominato un nuovo relatore per l’Aula, Pietro Pittalis, che riferirà in Aula il prossimo 9 ottobre - spiega il presidente della Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio Devis Dori - Le votazioni sono state tre distinte e hanno avuto il medesimo esito, ovvero 13 no e 6 sì”.
“La maggioranza vuole giudicarsi da sola - dichiara Gianassi al termine della seduta - Non accetta l’idea di un giudice terzo e si è messa di traverso a quella che sarebbe stata la decisione più saggia: permettere alla giustizia di fare il suo corso. Sul caso Almasri troppe cose non tornano: dalle omissioni via social della presidente Meloni alle menzogne dei ministri, che in Parlamento hanno portato versioni diverse e contraddittorie solo per nascondere agli italiani due verità gravissime. La prima: la decisione di liberare un criminale internazionale senza consegnarlo alla corte penale. La seconda: che il governo è sotto ricatto di una milizia libica. Si frantuma l’auto-celebrazione della presidente Meloni quando dice che il governo italiano non è ricattabile da chicchessia. È bastato un tagliagole libico per dimostrare quanto le autocelebrazioni del governo siano lontane dalla realtà”
“Il governo deve dare spiegazioni con urgenza: gli italiani e gli interessi nazionali in Libia sono ancora tutelati? È una domanda più che lecita, dal momento che Nordio, Piantedosi e Mantovano, per salvarsi e scappare dalla giustizia, hanno affermato di aver agito per garantire la sicurezza dei nostri connazionali in Libia. A questo punto, cosa sta accadendo davvero e chi li sta garantendo? Palazzo Chigi chiarisca”. La responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani, commenta così la notizia della rimozione di Almasri dalla polizia nel giorno in cui la Giunta ha votato per giustificare la correttezza dell’operato per la sua liberazione.
“Se non fosse un dramma, sarebbe una comica - prosegue Serracchiani - nello stesso giorno in cui la maggioranza vota il ‘salvacondotto’ per Nordio, Piantedosi e Mantovano - che sotto evidente ricatto hanno garantito l’impunità a un assassino e stupratore - si scopre che lo stesso criminale è oggi ricercato e sta tentando di fuggire dalla Libia, dove le autorità lo accusano di gravissimi reati. Un cortocircuito politico e giudiziario che mette a nudo l’irresponsabilità del governo Meloni e l’assurdità di decisioni che non tutelano né la giustizia né la sicurezza dei cittadini”.
“La maggioranza salva Nordio, Piantedosi e Mantovano dal processo per il caso Almasri - afferma il segretario di +Europa Riccardo Magi - La condanna politica per aver liberato un criminale e averlo riaccompagnato a casa con volo di Stato è però definitiva. Vedremo ora in Aula, ma l’esito è già scritto. Resta il fatto che questa destra si dimostra garantista con i suoi ministri e persino con criminali ricercati dalla Corte Penale internazionale, ma è giustizialista con tutti gli altri”.