Bulli inarrestabili | La tragica verità che scuote la scuola e lascia i genitori senza parole
Una tragedia inaccettabile: Paolo, vittima di bullismo, si è tolto la vita. I genitori denunciano l'indifferenza della scuola. Scopri la sua storia. 💔🕊️


Vittima di Bullismo a 15 Anni: Il Drammatico Sfogo dei Genitori di Paolo Mendico
ROMA – Un gesto estremo che ha segnato una comunità, un dolore inconsolabile e una denuncia che risuona forte. Paolo Mendico, un ragazzo di 15 anni di Santi Cosma e Damiano, si è tolto la vita il 10 settembre, il giorno dell’inizio dell’anno scolastico. Per la Procura di Cassino, il caso è ora un’indagine per istigazione al suicidio.
Lo scherzo degli amici si è trasformato in un incubo per Paolo. Chiamato “Paoletta”, “femminuccia” e “Nino D’Angelo” per i suoi capelli biondi e lunghi, il giovane ha dovuto affrontare attacchi e violenze che lo hanno portato a un irrecuperabile stato di isolamento. I genitori, Giuseppe e Simonetta, hanno escluso ogni possibilità di assenza dal dolore, denunciando un sistema scolastico che non ha mai ascoltato le loro richieste di aiuto.
Un Percorso di Sofferenza Ininterrotto
“Mio figlio è stato vittima di bullismo fin dalle elementari,” racconta Giuseppe. Le aggressioni, inizialmente manifestate con insulti, si sono trasformate in atti di violenza durante gli anni delle medie. Gli episodi di bullismo erano costanti e i genitori hanno più volte denunciato la situazione agli istituti scolastici, ma senza risultati tangibili.
Alle medie, le aggressioni si intensificano. “Un compagno gli ha puntato un cacciavite, e invece di intervenire, la maestra ha incitato alla rissa,” ricordano con amarezza. La loro lotta per proteggere Paolo non ha trovato ascolto, portandoli a presentare denunce formali, ma il cambiamento promesso è sempre rimasto solo sulla carta.
Un Colloquio Distruttivo
L’episodio che potrebbe aver segnato il destino di Paolo è avvenuto recentemente, quando, dopo un colloquio privato con la vicepreside, la notizia dell’”accusa” lanciata dal padre è giunta alle orecchie dei compagni. Paolo, giunto a scuola il giorno successivo, è stato deriso e isolato ulteriormente. La sua autostima è svanita, lasciandolo in un profondo isolamento sociale.
Un Ragazzo Diverso, Un Mondo di Solitudine
Paolo non era come gli altri. Amava la musica, cucinare e prendere le difese dei più deboli, qualità che lo hanno reso ancora più vulnerabile agli attacchi dei compagni. In quel silenzio, il dramma silenzioso del bullismo ha trovato terreno fertile, crescendo fino a diventare inarrestabile.
Un simbolo di questa disperazione emerge da un messaggio inviato in chat: “Prendetemi il posto in prima fila”. Una frase ambigua, ma che viene interpretata dai genitori come l’ultimo desiderio di Paolo di essere ascoltato e compreso.
La Lotta per la Verità
La famiglia Mendico, con il sostegno del fratello Ivan, ha intrapreso una battaglia affinché “Paolo non finisca nel dimenticatoio”. “Chiediamo che venga fuori la verità e che ci sia il coraggio di denunciare,” anticipano i genitori, rivolgendosi anche alle istituzioni, inclusi il Papa e il governo.
La lettera scritta da Ivan a importanti figure politiche è un appello chiaro: “Nessun intervento concreto è stato posto in essere” nonostante le segnalazioni. Un grido per tutta la società, affinché simili tragedie non si ripetano.
Conclusioni
La storia di Paolo Mendico non è solo un dramma individuale, ma un richiamo urgente per una riflessione collettiva sulla realtà del bullismo nelle scuole. Coinvolge famiglie, docenti e istituzioni, invitandoli a un’applicazione più concreta delle leggi contro il bullismo e una maggiore attenzione al benessere degli studenti. La verità deve emergere, affinché altri ragazzi non siano costretti a vivere nell’ombra della sofferenza.