Kony in tribunale | Putin e Netanyahu nel mirino della giustizia internazionale?

Il 9 novembre la Corte penale internazionale deciderà sul processo “in absentia” per Kony, un precedente che potrebbe coinvolgere anche Putin e Netanyahu. ⚖️🌍

A cura di Redazione Redazione
17 settembre 2025 08:20
Kony in tribunale | Putin e Netanyahu nel mirino della giustizia internazionale? -
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Uganda: il processo a Kony potrebbe aprire nuovi scenari per Putin e Netanyahu

ROMA – Entro il 9 novembre, la Corte penale internazionale (CPI) è attesa a una decisione cruciale sull’avvio di un processo “in absentia” contro Joseph Kony, il fondatore dell’Esercito di resistenza del Signore (LRA). Si tratta della prima udienza di questo tipo nella storia del tribunale internazionale, e l’esito potrebbe costituire un precedente giuridico significativo.

Le accuse a carico di Kony, che include crimini di guerra e contro l’umanità, riguardano atrocità commesse tra il 2002 e il 2005 nel nord dell’Uganda. Secondo il comunicato della Corte, Kony, attualmente latitante e originario della comunità acholi, potrebbe essere giudicato senza essere presente in aula, un approccio giuridico che potrebbe influenzare futuri casi simili. Questo scenario apre dibattiti su come processi analoghi possano riguardare figure di alto profilo come il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente russo Vladimir Putin, entrambi ricercati per accuse gravi.

Kony, attualmente 64enne, ha fondato il LRA rivendicando un ruolo profetico, e ha giustificato le sue azioni nel nome della religione, imponendo il rispetto dei comandamenti biblici. Nel corso delle sue operazioni, centinaia di migliaia di persone sono state costrette a lasciare le loro abitazioni a causa delle violenze perpetrate dai ribelli. Tra le accuse, spiccano anche quelle relative all’arruolamento di bambini-soldato, un crimine che ha colpito duramente la società ugandese.

L’Esercito di resistenza del Signore ha operato non solo in Uganda ma anche in paesi confinanti come la Repubblica Democratica del Congo, il Sud Sudan e la Repubblica Centrafricana. Recentemente, il gruppo ha subito significativi colpi a seguito di operazioni militari, ma la sua eredità di violenza continua a segnare le vite di milioni di persone. Un esempio emblematico di giustizia è rappresentato da Dominic Ongwen, un ex comandante del LRA, che è stato arrestato e successivamente condannato a 25 anni di prigione dalla CPI.

L’attesa per la decisione sui procedimenti contro Kony non è solo una questione di giustizia per le vittime, ma ha anche implicazioni globali più ampie. Il caso di Kony potrebbe segnare un cambiamento nel modo in cui il diritto internazionale affronta i leader che sfuggono alla giustizia, aumentando così le tensioni politiche già presenti su scala mondiale. La Corte ha 60 giorni dalla conclusione della fase istruttoria, avvenuta la settimana scorsa, per emettere il proprio verdetto.

In un mondo in cui le sfide alla giustizia globale sembrano moltiplicarsi, la vicenda di Joseph Kony potrebbe accendere una nuova luce sui complessi rapporti tra giustizia, politica e impunità. Resta da vedere se il processo “in absentia” rappresenterà un nuovo strumento per affrontare i leader che, come Kony, sfuggono alla giustizia internazionale.

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