Renzi: "Il bipolarismo è inscalfibile, solo uniti possiamo vincere"
(Adnkronos) - "Penso che il bipolarismo sia inscalfibile e lo dice uno che ci ha provato a far venire giù il bipolarismo ma la politica non è velleitarismo, è l'arte del possibile, farei i conti con la realtà". Lo ha detto il leader di I


(Adnkronos) - "Penso che il bipolarismo sia inscalfibile e lo dice uno che ci ha provato a far venire giù il bipolarismo ma la politica non è velleitarismo, è l'arte del possibile, farei i conti con la realtà". Lo ha detto il leader di Italia Viva Matteo Renzi a Liguria d'Autore, la rassegna ideata e curata da Valentina Fontana e promossa da Vis Factor a Rapallo. "Se al proporzionale del 2024 con l'argomento di un progetto politico anche ideale come quello degli Stati Uniti d'Europa fai il 3,8 per cento - sottolinea Renzi - ti immagini questo spazio centrista come viene distrutto in una competizione?".
Competizione "che sarà esasperata, l'uno contro l'altro alle prossime politiche. Questo è il punto dove posso perdere consenso ma ci posso mettere la faccia. La politica è arte del compromesso. Quando Salvini ha chiesto pieni poteri al Papete nell'agosto 2019 io venivo da due mesi di sofferenze personale, avevano arrestato i miei genitori, arresto poi annullato dal tribunale del riesame. Io in quel momento - ricorda - ci soffro perché era colpa mia. Dei grillini in Aula mi fecero il gesto delle manette. Se avessi fatto prevalere il sentimento personale col piffero che mi alleavo con loro. Perché l'ho fatto dopo tre mesi? Io non faccio politica per vanità o sentimenti ma perché si deve rispondere all'interesse del Paese. In quel momento Salvini in mutande a chiedere pieni poteri con le cubiste mi preoccupava quindi ho preferito Conte a un governo Salvini".
"Quando un anno dopo si sono create le condizioni ho mandato a casa Conte e ho portato a casa Draghi. Se ci fosse la possibilità di scardinare il bipolarismo mi piacerebbe ma è intoccabile, perché a destra sono bravi a mettersi d'accordo, litigano ma quando ci sono le elezioni si mettono insieme. Se a sinistra ci si mette insieme vince il centrosinistra".
Quanto alla legge elettorale "secondo me Meloni cambierà con il Tatarellum, la legge che andava nelle regionali nel '95. Se c'è questa legge lei perde. Da Firenze in giù non vincono". E' il pronostico lanciato del leader di Italia Viva. "Siccome ha fatto lo stesso calcolo che ho fatto io quando ho fatto l'accordo con Schlein, Meloni ha pensato: quale sistema mi fa vincere? Dare premio a coalizione ma mettere il nome della candidata premier sulla scheda, questo è un dito nell'occhio per la Lega".
"A sinistra con questa legge elettorale il candidato premier lo fa chi arriva primo ma se il partito che arriva primo è il Pd è Schlein. Se c'è il Tatarellum costringono a mettere il nome prima e a quel punto non hai alternative alle primarie perché Conte non accetterà mai Schlein senza passaggio popolare. Cosi come D'Alema tirò fuori Prodi", ha concluso.
Restando alle riforme a chi gli chiede cosa voterà al referendum sulla giustizia Renzi risponde cauto: "Vediamo se cambia la legge, la separazione delle carriere è prioritaria ma in questo modo è un errore per questo ci siamo astenuti. Abbiamo chiesto tre modifiche a Nordio, non ci risponde ancora".
Quindi l'attacco alla premier che oggi dalla festa dell'Udc ha evocato il ritorno della violenza politica. "Giorgia Meloni è una irresponsabile. Lei è la guida dei servizi segreti di questo Paese, è la guida delle istituzioni di questo Paese. Deve dare parole di calma e di responsabilità. E invece Giorgia Meloni attacca l'opposizone esattamente come il suo ministro Ciriani ieri ha paragonato Italia Viva alle Brigate rosse", sottolinea. "L'atteggiamento di Meloni è di una donna irresponsabile che non si rende conto che il suo ruolo è un altro e che pur di non parlare di ceto medio affronta tutti i temi persino strumentalizzando la morte di un povero ragazzo di trentuno anni negli Usa. Siamo su una china pericolosa", afferma l'ex premier.
Ciò nonostante "io la stimo come una straordinaria combattente, la più straordinaria comunicatrice, persino più brava di Berlusconi. La ritengo totalmente incapace sul governo. Giorgia non segue un dossier", afferma Renzi. "Oggi va al congresso Udc ma si mette intorno lo scudo crociato. Prende l'omicidio del povero Charlie, citando la frase di qualche screanzato della sinistra, e dice 'vedete vogliono accattarci quelli che inneggiano alla morte'. E' un modo straordinario di portare su di sé simpatie e non parlare di problemi concreti. Io sono stato sconvolto dall'uccisione di Kirk, ero appassionato del suo format. Meloni ha preso il simbolo Dc per lanciare un messaggio odio", è l'affondo.
"Dovrebbe avere il coraggio di dire che l'odio l'ha costruito il suo Ciriani perché utilizzare quella vicenda per dire che Iv è come le Brigate rosse non ha a che vedere con la storia italiana, mi sarebbe piaciuto ricevere la solidarietà di tutti mentre tutti zitti. Le Br hanno ucciso Moro, noi abbiamo fatto i conti con quella storia loro non ci hanno ancora fatto i conti".
"Berlusconi aveva una decenza istituzionale che Meloni si sogna anche nelle figurine. Con lui avevo un rapporto personale - ricorda - . Tutte le volte che c'era un processo c'era la telefonata", rivela l'ex premier. La telefonata "partiva sempre uguale: 'non hai idea quanto i giudici comunisti mi hanno fatto spendere'".
L'ex Rottamatore ne ha anche per la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen bollata come "una che da piccola ha litigato con la politica".
"Chi ce l'ha fatto fare di fare scelte assurde come quelle dei dazi e chi ce l'ha fatto fare di regalare pezzi di economia alla Cina come ha fatto Ursula von der Leyen?", si chiede Renzi.
"Io ho fatto una campagna elettorale non venuta benissimo perché nonostante i voti personali siamo rimasti a un passo dal quorum, in cui ero l'unico dei partiti europeisti che diceva che non avrebbe mai votato la fiducia a Von der Leyen, la ritengo una che da piccola ha litigato con la politica. Io su di lei rivendico il diritto di pensare tutto il male possibile non in prospettiva sovranista ma in prospettiva europeista. La mancanza della sua politica è talmente evidente da aver costruito un papocchio burocratico che non si rende conto della complessità del mondo", ha concluso.