Un professore israeliano fa scalpore con una frase shock | La sospensione scuote gli animi al Politecnico di Torino!
Docente sospeso per aver elogiato l'esercito israeliano. Proteste al Politecnico di Torino: il collettivo studentesco chiede cambiamenti. 🚫✊


Torna la tensione nei campus universitari: sospeso un professore israeliano dopo le sue lodi all’esercito di Tel Aviv
TORINO – La situazione si è nuovamente incendiata nei campus universitari italiani dopo che un docente israeliano ha elogiato l’esercito israeliano, scatenando una protesta che ha portato alla sua sospensione. Il Politecnico di Torino ha interrotto il corso del professore Pini Zorea, invitato a tenere una lezione nel nuovo dottorato di ingegneria.
Durante una lezione di “Princìpi e tecnologie di elaborazione di immagini digitali”, Zorea ha risposto a manifestanti pro-Palestina affermando: “L’Idf è l’esercito più corretto del mondo.” Le sue parole hanno immediatamente suscitato indignazione tra gli studenti, provocando un’accesa discussione in aula e culminando nella sua sospensione da parte del rettore Stefano Corgnati.
Protesta accesa e tensione crescente
Le manifestazioni studentesche, già in atto a causa della situazione a Gaza, hanno visto anche la contestazione di Zorea, che ha cercato di giustificare le azioni di Israele dinnanzi a una platea agitata. “In Europa molte persone non hanno capito cosa è successo nel 2023,” ha detto, enfatizzando la narrazione israeliana.
Il collettivo studentesco “Cambiare Rotta”, che ha guidato la protesta, ha fatto notare che il docente proviene da un’università che non si può considerare neutrale. “Offre borse di studio ai riservisti dell’esercito israeliano,” hanno dichiarato, criticando la scelta del Politecnico di collaborare con l’istituzione di Braude.
La replica del rettore
La reazione del rettore Corgnati non si è fatta attendere. Dopo aver visionato il video della lezione, ha giudicato “inaccettabile” l’esternazione di Zorea, che ha portato a una sospensione immediata del docente e del suo corso. Corgnati ha sottolineato la posizione dell’istituzione universitaria, che si è sempre opposta alla violenza e al conflitto, reclamando un impegno per la pace e per il rispetto della popolazione civile.
Una decisione controversa
Nonostante la sospensione, gli studenti di “Cambiare Rotta” hanno criticato l’azione del rettore, definendola un “provvedimento di facciata.” In un post sui social media, hanno evidenziato l’ipocrisia dell’ateneo, che continua a intrattenere relazioni con aziende legate all’industria bellica, mentre si disapprovano le dichiarazioni del professore.
“Se davvero PoliTo ‘ripudia la guerra’,” hanno affermato, “non dovrebbe avere problemi a rescindere gli accordi con le aziende belliche e con Israele.” Un appello che mette in evidenza la complessità della situazione e le varie sfaccettature di un conflitto che continua a far sentire le sue ripercussioni anche nel mondo accademico.
Conclusioni
Questa vicenda ha reso nuovamente evidente la ferrea polarizzazione su temi che coinvolgono non solo la geopolitica, ma anche il mondo accademico e sociale. Il Politecnico di Torino si trova ora a dover affrontare le conseguenze di una scelta che mette in discussione le sue alleanze e la sua etica in un momento in cui il discorso pubblico sui diritti umani e la giustizia sociale è più attivo che mai.