Attivista bloccato in Israele | Il governo Meloni pronto a mettere a rischio la giustizia?
Il padre di Simone Zambrin valuta azioni legali contro il governo per il volo di rientro da Israele. Un racconto di impegno e responsabilità! 🌍✈️💼


Il padre di Simone Zambrin: “Il governo non paga il volo da Israele? Valutiamo azioni legali”
BOLOGNA – La questione del rimpatrio degli attivisti italiani fermati in Israele durante la Flotilla sta suscitando un acceso dibattito. In particolare, il padre di Simone Zambrin, Gregorio Zambrin, avvocato, ha fatto sapere che se il governo italiano dovesse confermare l’intenzione di non coprire le spese di rientro, potrebbero essere intraprese azioni legali contro lo Stato.
“Le dichiarazioni della Premier Giorgia Meloni non ci stupiscono”, ha commentato Zambrin. L’attivista 26enne, imbarcato sulla nave Alma, ha sempre professato il suo impegno per l’ambiente, percorso che ha portato alla sua partecipazione all’iniziativa della Flotilla.
Zambrin, intervistato dal Corriere veneto, ha messo in evidenza l’importanza della posizione del governo. “Valuteremo se questa posizione sia coerente con i doveri dello Stato, visto che l’iniziativa è tutt’altro che irresponsabile”, ha dichiarato, sottolineando il contesto e il messaggio che gli attivisti vogliono trasmettere.
Ma chi è Simone Zambrin? La sua storia di attivismo è radicata in un forte interesse per i temi legati all’ambiente e alla sostenibilità. Dopo un diploma al liceo scientifico Messedaglia di Verona, ha proseguito gli studi in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, dove ha conseguito una doppia laurea internazionale. “La sua formazione va di pari passo col percorso imboccato e con il senso di giustizia, umanità e responsabilità che oggi porta avanti”, ha aggiunto Gregorio Zambrin.
Il padre ha voluto anche evidenziare come la formazione internazionale di Simone, iniziata già al liceo con esperienze in USA e successivi progetti, abbia contribuito a forgiarne il carattere e le competenze necessarie per affrontare sfide di grande rilevanza sociale.
“Siamo fieri di quello che sta facendo”, ha concluso Zambrin, esprimendo la preoccupazione per la sicurezza di suo figlio e degli altri attivisti. Questo impegno, dice, rappresenta non solo un gesto individuale, ma un grido di aiuto condiviso da milioni di cittadini che oggi scendono in piazza per difendere i diritti umani e l’ambiente.
Con la posizione ferma del governo, la storia di Simone e degli attivisti della Flotilla continua a suscitare interrogativi e potrebbe portare a sviluppi giuridici significativi nelle prossime settimane. La battaglia legale, se intrapresa, metterebbe in luce non solo i diritti degli attivisti, ma anche le responsabilità dello Stato nei momenti critici.