Francia, Lecornu si dimette: è il premier con il mandato più breve della Quinta Repubblica
(Adnkronos) - Con le dimissioni annunciate oggi, Sebastien Lecornu diventa il Premier della Quinta Repubblica con meno giorni trascorsi a Matignon. Nominato da Emmanuel Macron il 9 settembre scorso, Lecornu non ha retto neanche un mese a


(Adnkronos) - Con le dimissioni annunciate oggi, Sebastien Lecornu diventa il Premier della Quinta Repubblica con meno giorni trascorsi a Matignon. Nominato da Emmanuel Macron il 9 settembre scorso, Lecornu non ha retto neanche un mese alla crisi politica in cui è precipitata la Francia dalle elezioni europee del giugno del 2024. Si tratta del governo più breve dal 1958.
Per trovare il secondo esecutivo meno 'duraturo' bisogna risalire al 1981 con il primo governo Mauroy (il sedicesimo governo francese durante la Quinta Repubblica e primo della presidenza Mitterrand) in carica 32 giorni. Stessa durata per il primo governo di François Fillon, nominato primo ministro il 17 maggio 2007 da un Nicolas Sarkozy appena insediato e dimissionario il 18 giugno successivo.
Nato l’11 giugno 1986 a Eaubonne, nel Val-d’Oise, Lecornu rappresenta una generazione di politici cresciuti tra le macerie dei partiti tradizionali. Entrato nell’Unione per un Movimento Popolare (Ump) a soli 16 anni, ha scalato rapidamente le gerarchie della destra gollista prima del grande salto nel campo macroniano nel 2017, anno in cui Emmanuel Macron è diventato presidente della Repubblica.
Il percorso politico del nuovo primo ministro inizia precocemente: a 19 anni diventa il più giovane assistente parlamentare dell’Assemblée Nationale, lavorando per il deputato dell’Eure Franck Gilard. La svolta arriva nel 2008 quando entra nell’équipe di Bruno Le Maire, all’epoca segretario di Stato agli Affari europei, diventando a 22 anni il più giovane consigliere ministeriale della Quinta Repubblica.
Nonostante la giovane età, Lecornu porta con sé un’esperienza di governo invidiabile: dal 2017 ha attraversato tutti i governi Macron, passando dalla Transizione ecologica alle Collettività territoriali, dall’Oltremare fino alla Difesa. Unico ministro, insieme a Rachida Dati, a conservare la carica dopo le turbolente legislative del 2024, ha dimostrato una capacità di sopravvivenza politica che ora Macron spera possa tradursi in un governo stabile.
La nomina di Lecornu non era stata casuale ma rappresentava una scommessa calcolata dell’Eliseo. Cresciuto politicamente all’ombra di Bruno Le Maire, l’ex ministro della Difesa ha rapporti strettissimi con il ministro della Giustizia Gérald Darmanin, del quale è stato testimone di nozze e padrino del figlio. Questi legami personali si traducono in una rete di relazioni che attraversa i confini partitici.
Alla Difesa, Lecornu ha fatto passare un budget di 413 miliardi di euro (+30%) ottenendo i voti sia del Rassemblement National che del Partito socialista. Un precedente che ha alimentato le speranze di Macron di vedere approvata una legge di bilancio che riduca il deficit dal 5,8% al 3% del Pil entro il 2026.