Un padre che uccide | La terribile minaccia di Salvatore Ocone dopo il crimine
Scopri la drammatica vicenda di Salvatore Ocone, accusato di un omicidio ferale. Resta in allerta per la sicurezza dei familiari. đąâď¸


âSe tornasse libero Salvatore Ocone ucciderebbe anche il terzo figlioâ: lâallerta della gip
Il caso di Salvatore Ocone, lâuomo di 58 anni accusato di aver commesso un atroce delitto a Paupisi, in provincia di Benevento, continua a tenere alta lâattenzione della cronaca nera. In unâordinanza choc, la giudice per le indagini preliminari di Campobasso, Silvia Lubrano, ha sottolineato che, se Ocone venisse rimesso in libertĂ , rappresenterebbe un serio pericolo per la vita del suo terzo figlio, Mario.
La brutale aggressione
Ocone è accusato di aver assassinato la moglie Elisabetta Polcino, 49 anni, e il figlio quindicenne Cosimo, mentre la figlia sedicenne Antonia è stata gravemente ferita e attualmente si trova in prognosi riservata presso lâistituto Neuromed di Pozzilli. Secondo le ricostruzioni, il padre ha agito con una violenza inaudita, colpendo le vittime con un masso del peso tra i cinque e i sette chilogrammi.
Durante lâinterrogatorio, Ocone ha cercato di giustificare il suo gesto affermando: âMi è schizzata la testa come una mollaâ, evidenziando una mancanza totale di autocontrollo e luciditĂ . La giudice non ha dubbi sul fatto che il pericolo di una potenziale reiterazione dellâatto omicida sia concreto, soprattutto nei confronti del figlio superstite.
Un uomo in profonda crisi
Dopo lâaggressione, Ocone si è diretto verso Ferrazzano, nei pressi di Campobasso, dove ha riferito agli inquirenti di aver tentato il suicidio. In un inquietante contrasto, non ha mai pensato di portare i suoi figli in ospedale, nemmeno dopo essersi reso conto che erano ancora in vita.
âNon voleva lasciarli soli senza la madreâ ha dichiarato Ocone ai investigatori, cercando di fornire una spiegazione al suo gesto. Il suo legale ha inoltre descritto un uomo completamente dissociato dalla realtĂ , che non sembra in grado di comprendere la gravitĂ delle sue azioni: âHa lo sguardo fisso e non fa domandeâ.
Un quadro preoccupante
Ocone, giĂ sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio (TSO) nel 2011 a causa di depressione, ha recentemente rifiutato le cure farmacologiche nonostante il seguito di specialisti. La gip Mani utilizza parole pesanti, parlando di una âferocia omicidaâ che lascia presagire lâinevitabilitĂ di un futuro violento, qualora lâuomo dovesse tornare in libertĂ .
Con una conclusione agghiacciante, la giudice avverte che, se Ocone dovesse riacquistare la libertĂ , la vita del giovane Mario sarebbe in grave pericolo, rendendo necessaria unâattenta valutazione della sua custodia. Questo triste ed inquietante episodio segna una nuova pagina nel dramma della violenza domestica, un fenomeno che continua a mettere in pericolo vite innocenti.