Referendum Cittadinanza: Comitato promotore vs commissione Vigilanza Rai, udienza pubblica in Consulta
(Adnkronos) - Il conflitto di attribuzioni sollevato dal Comitato promotore del Referendum cittadinanza (rappresentato da Riccardo Magi) e depositato l'11 agosto 2025 contro la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigil
(Adnkronos) - Il conflitto di attribuzioni sollevato dal Comitato promotore del Referendum cittadinanza (rappresentato da Riccardo Magi) e depositato l'11 agosto 2025 contro la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi sarà dibattuto domani a Palazzo della Consulta, giudice relatore Marco D'Alberti. Il Comitato promotore attacca la delibera della Commissione di vigilanza Rai approvata il 2 aprile 2025 confutando la qualificazione giuridica che la Commissione ha dato al Comitato e il mancato riconoscimento di un diritto all'informazione minima garantita sul referendum durante la campagna referendaria.
Secondo il Comitato promotore, la delibera che disciplina la comunicazione politica e i messaggi autogestiti e l'informazione Rai durante la campagna per i referendum abrogativi dell'8 e 9 giugno, avrebbe infatti compresso le prerogative costituzionali dello stesso Comitato, equiparandolo ad altri "soggetti menzionati nella categoria residuale" della delibera, invece di riconoscergli il ruolo costituzionale che dovrebbe conseguire dall'essere stato 'autore della iniziativa referendaria'. Ed inoltre il Comitato promotore sostiene di non aver ricevuto alcuno spazio specificatamente dedicato ad illustrare il contenuto e le ragioni del quesito referendario in violazione delle proprie attribuzioni costituzionali.
Il ricorso chiede l'annullamento parziale della delibera in quanto non contiene disposizioni idonee a imporre al concessionario del servizio pubblico radiotelevisivo di garantire un livello di informazione minima garantita sulle tematiche oggetto di referendum, contestando nello specifico gli articoli 3, 4, 5, 6 e 7. La mancanza di disposizioni idonee nella delibera, secondo i ricorrenti, avrebbe tra l'altro inciso negativamente sulla corretta formazione del convincimento degli elettori, compromettendo così il pieno esercizio dei diritti politici costituzionalmente garantiti (artt. 2, 3, 48 e 75 Cost.). Nel giudizio davanti alla Corte costituzionale, il Comitato è rappresentato dagli avvocati Giuliano Fonderico, Harald Bonura e Gianlorenzo Ioannides, mentre la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi è rappresentata dall’Avvocatura dello Stato: Giancarlo Caselli, Sergio Fiorentino e Gianna Galluzzo. (di Roberta Lanzara)