Ocean Viking in pericolo: come un decreto ha ridotto il salvataggio delle vite nel Mediterraneo!
Sos Mediterranee denuncia il Dl Piantedosi: più di 63.000 km percorsi inutilmente e vite in pericolo nel Mediterraneo. Scopri di più! 🚢🌊✊

SOS Mediterranee: Gli effetti disastrosi del Dl Piantedosi sui soccorsi in mare
Roma – L’ong SOS Mediterranee ha lanciato un forte allarme riguardo alle conseguenze severe del Decreto Piantedosi, che ha ridotto drasticamente la capacità delle navi di salvataggio nel Mediterraneo. Durante una conferenza stampa tenutasi alla Camera dei Deputati, Valeria Taurino, direttrice generale dell’associazione, ha denunciato come “grazie al Dl Piantedosi abbiamo fatto sette giri del mondo in più, inutilmente”, evidenziando i chiari effetti della riforma sulle operazioni di salvataggio.
Secondo i dati forniti dall’ong, prima dell’entrata in vigore del decreto, la nave Ocean Viking era in grado di salvare in media 278 persone per missione. Tuttavia, nel corso del 2023, questo numero è crollato a 143 e nel 2024 a soli 114. “È chiaro che l’assetto operativo della nave non è cambiato”, ha specificato Taurino, attribuendo il calo a un contesto politico ostile e alle nuove prassi burocratiche che impongono porti di sbarco distanti come Genova e Livorno.
Il comunicato ha messo in luce che questa situazione ha comportato un totale di 535 giorni di fermo effettivo e 735 giorni di navigazione sprecati, accumulando ben 63.000 chilometri percorsi invano solo per l’Ocean Viking. Questo costo in termini di tempo e risorse è devastante, non solo per l’operatività delle navi, ma anche per le vite potenzialmente salvate. Taurino ha sottolineato che “con la cifra spesa in questi ultimi due anni avremmo potuto mettere in mare una nave di soccorso in più”, evidenziando i conti drammatici di un’ong costretta a navigare per porti lontani.
In aggiunta, l’ong ha segnalato che i porti lontani aggravano le sofferenze delle persone salvate. “Prolungare la permanenza di naufraghi a bordo di una nave è vietato espressamente dal diritto marittimo internazionale”, ha affermato Taurino, che ha descritto le condizioni critiche di molti dei passeggeri. Tra di loro ci sono donne incinte, bambini senza famiglie, anziani e disabili che già affrontano traumi fisici e psicologici derivanti dalla loro difficile traversata.
La complessità della situazione aumenta ulteriormente a causa di sanzioni e fermi amministrativi che hanno colpito le navi di salvataggio, con 26 fermi per un totale di 640 giorni di stop in mare. Taurino ha raccontato di una missione in cui la Ocean Viking ha subito una sanzione per una deviazione di sole 15 miglia nautiche dalla rotta, proprio per rispondere a un SOS. “Quella minima deviazione è stata sufficiente a subire una sanzione”, ha commentato Taurino con preoccupazione.
Infine, l’ong ha messo in discussione l’accordo tra Italia e Libia, sostenendo che “la Libia non è un Paese sicuro” e denunciando le violazioni dei diritti umani perpetrate nei centri di detenzione libici. La direttore ha chiuso il suo intervento chiedendo una revisione urgente delle politiche in materia di migrazione e soccorso in mare, per garantire che il diritto alla vita e alla dignità non sia subordinato a giochi politici.
Con la crisi migratoria che continua a crescere, le parole di SOS Mediterranee pongono una questione fondamentale: di fronte a una situazione di emergenza umanitaria, è tempo di rivedere le priorità e le responsabilità nel Mediterraneo.