Col condominio di Monteverde che scende in strada per salvare una bambina, è ora di cambiare il sistema?
Un condominio a Roma si mobilita per fermare il prelevamento di Stella, una bambina di 5 anni ansiosa di rimanere con la madre. Scopri la sua commovente storia! 💔👶🏽

Roma: il condominio di Monteverde si mobilita per fermare il prelevamento di una bambina
In una calda mattina di primavera, il quartiere Monteverde di Roma è diventato il teatro di una drammatica vicenda che ha coinvolto una bambina di soli cinque anni, Stella (nome di fantasia). La piccola, terrorizzata al pensiero di essere portata via dalla madre, ha cercato rifugio nascondendosi sotto un tavolo e chiedendo di legarsi alle sedie, supplicando con tutte le sue forze di rimanere a casa.
La situazione è rapidamente degenerata quando assistenti sociali e polizia municipale si sono presentati nell’appartamento di Stella per eseguire un’ingiunzione del Tribunale Ordinario di Roma. Il tribunale aveva stabilito che, per il "superiore interesse" della bambina, fosse necessario il suo trasferimento in una casa famiglia, dato che il padre era stato rinviato a giudizio per maltrattamenti. Nonostante questa apparente giustificazione, i vicini e i familiari di Stella contestano con forza questa decisione, sottolineando l’amore e la protezione che la bambina ha ricevuto dalla madre e dai nonni.
Il condominio si è mobilitato in massa, e non solo per sostenere Stella, ma per denunciare quello che molti considerano un abuso del sistema giuridico. "Un esercito di brave persone" si è radunato davanti all’ingresso, tra cui la nonna dirimpettaia, che ha espresso il desiderio di proteggere la piccola con tutte le sue forze. In questo contesto di forte solidarietà, la notizia è rimbalzata rapidamente sui social media, attirando l’attenzione di giornalisti e attivisti.
La decisione del tribunale, risalente al 28 febbraio 2025, si basava su una consulenza psicologica che sosteneva che Stella fosse "immersa nel conflitto tra i due genitori" e che la madre avesse trasmesso "rifiuto genitoriale". Tuttavia, risulta che la bambina avesse manifestato paure e ansie legate alla figura paterna, confermate da episodi di crisi di pianto e vomito in sua presenza.
Con il passare delle ore, la tensione cresceva. Fece il giro del quartiere la vicenda che ha catturato il cuore di molti, scatenando un dibattito su temi delicati riguardanti la custodia dei minori, la violenza domestica e la protezione dei bambini in situazioni di rischio. Un esponente della Corte d’Appello di Roma aveva già evidenziato che la bigenitorialità non deve essere calata in modo coercitivo sui minori, ma deve tener conto delle loro reali necessità e del loro benessere.
Purtroppo, malgrado l’affetto e il supporto della comunità, la procedura legale ha proseguito come previsto, con il giudice che ha ignorato le evidenze di violenza e maltrattamenti in famiglia, decidendo di sospendere la responsabilità genitoriale di entrambe le parti e nominando una tutrice.
La crisi che attraversa Stella solleva interrogativi urgenti e inquietanti sul sistema di protezione dell’infanzia in Italia. Nel frattempo, la Garante Nazionale dell’Infanzia e Adolescenza, Marina Terragni, si è impegnata a intervenire per monitorare da vicino la situazione e garantire che gli interessi della bambina siano considerati nei procedimenti futuri.
La vicenda di Stella, purtroppo, non è un’eccezione, ma parte di una realtà che ha bisogno di cambiamento. È una richiesta di ascolto, di attenzione e di riflessione su cosa significhi davvero tutelare un bambino. Mentre il quartiere di Monteverde si unisce nel sostegno a Stella, la società è chiamata a interrogarsi: fino a che punto è giusto "fare il bene" di un minore senza tenere conto delle sue paure e del suo vissuto?