Carabiniere suicida: la verità nascosta sui “vessazioni” nella scuola Marescialli | È tempo di condurre una battaglia per giustizia!
Abusi e silenzi tra le mura della scuola Marescialli di Firenze: la tragica storia di Beatrice Belcuore e le denunce di un familiare 💔🚨.

Abusi e Vessazioni alla Scuola Marescialli di Firenze: L’Ultima Tragedia di una Giovane Allieva
ROMA – "Lo fanno da decenni: archiviano." Queste parole, pronunciate da Davide Belcuore, zio di Beatrice, una giovane allieva dell’Arma dei Carabinieri, descrivono un clima di omertà e indifferenza che permea la Scuola Marescialli di Firenze. Beatrice si è tolta la vita il 22 aprile 2024, un mese prima di completare il suo percorso formativo e ottenere il grado di maresciallo. Le circostanze del suo suicidio hanno sollevato un polverone di accuse e denunce, evidenziando gravi irregolarità e la mancanza di supporto ai militari in difficoltà.
Un Grido di Aiuto Ignorato
Le accuse di abusi e vessazioni all’interno della scuola sono emerse da un esposto presentato dal sindacato Unarma. "Non ci sono indagini nemmeno sull’esposto," ha sottolineato Belcuore, lamentando una totale assenza di interventi da parte delle autorità. L’ordinanza del Tribunale di Firenze, emessa il 20 giugno, ha alimentato ulteriormente la frustrazione della famiglia, rivelando che le affermazioni su Beatrice, relativa al suo disagio, sono state ribaltate contro di loro.
Le Parole di Beatrice
Secondo l’ordinanza, Beatrice aveva confidato a un compagno di corso: "Basta. Mi sono rotta. Mi sento annullata." Le ingerenze nella sua vita personale, come l’impossibilità di stare accanto alla nonna in fin di vita e la costrizione a partecipare alle attività nonostante una febbre di 38°C, hanno contribuito al suo malessere. Inoltre, il tentativo del padre di avvertire la scuola delle sue condizioni di salute è stato interpretato come una ritrattazione.
La Mancanza di Indagine
Belcuore ha sollevato interrogativi inquietanti riguardo all’assenza di indagini adeguate. "Se un carabiniere fa un incidente, interviene l’Arma per garantire la terzietà," ha osservato, mentre per il caso di Beatrice, la scuola ha gestito tutto "in casa". La posizione della famiglia è ulteriormente aggravata dalla mancanza di accesso al fascicolo informatico e di analisi forense.
Il Lutto e la Lotta per Giustizia
Oggi, la famiglia di Beatrice contempla la possibilità di portare il caso alla Corte di Giustizia Europea, cercando giustizia per un sistema che sembra aver completamente ignorato le sue denunce. Belcuore ha evocato le parole di un generale che, in un recente discorso agli allievi, ha invitato a considerare il proprio benessere, un messaggio che appare grottesco alla luce della tragedia di Beatrice.
Una Struttura Sotto Accusa
La vicenda di Beatrice Belcuore non è un episodio isolato, ma solleva interrogativi su un’intera struttura formativa. "L’Arma si autoassolve," conclude Belcuore, evidenziando il bisogno urgente di una revisione interna e di maggiore trasparenza verso gli allievi che affrontano pressioni e problematiche psicologiche.
Questo dramma costringe a una riflessione profonda su come le istituzioni devono rispondere alle sofferenze dei propri membri, affinché tragedie simili non si ripetano in futuro.