Il mistero di Simonetta | I servizi segreti c'entrano davvero?
Scopri il mistero irrisolto di Simonetta Cesaroni: un delitto avvenuto 35 anni fa e nuovi sviluppi inquietanti. 🕵️♂️🗝️ Chi è il colpevole?

Sono passati 35 anni ma il ‘giallo’ di via Poma non è ancora risolto: chi ha ucciso Simonetta Cesaroni?
ROMA – Era la sera del 7 agosto 1990 quando in via Poma, nel quartiere Prati a Roma, venne rinvenuto il corpo senza vita di Simonetta Cesaroni, una ventenne segretaria contabile. La giovane fu trovata nuda, con indosso solo il reggiseno abbassato, e con 29 ferite inferte da un tagliacarte. Nonostante il passare del tempo, il mistero rimane irrisolto: non esiste ancora un colpevole certo.
Il caso ha conosciuto alti e bassi nel corso di tre decenni, con diversi sospettati che sono stati indagati e successivamente scagionati. Inizialmente, fu il portiere dello stabile, Pietro Vanacore, a essere fermato e incarcerato per quasi un mese. A seguire, il datore di lavoro della vittima e, infine, Raniero Busco, l’allora fidanzato di Simonetta, che dopo un primo grado di condanna a 24 anni nel 2011, fu assolto definitivamente nel 2014 dalla Corte di Cassazione.
Un episodio drammatico ha ulteriormente complicato la vicenda: il suicidio di Vanacore nel 2010, a 20 anni dal delitto. L’uomo si tolse la vita a pochi giorni da un’udienza in cui avrebbe dovuto testimoniare contro Busco. Nel suo ultimo messaggio, lasciò scritto: “20 anni di sofferenze e di sospetti ti portano al suicidio”, gettando ombre su un caso già intricato.
La nuova pista dei servizi segreti
Nel dicembre 2024 si è registrata una svolta significativa grazie alla decisione del gip Giulia Arcieri di ordinare nuove indagini. Queste si concentrano su documenti riservati custoditi presso l’Associazione italiana alberghi della Gioventù (AIG), dove lavorava Simonetta. Si sospetta che tali documenti potessero essere di interesse per i servizi segreti, data la natura del lavoro dell’AIG, che monitorava studenti italiani e stranieri.
La scoperta di un registro delle presenze del giorno del delitto, ritrovato solo l’anno scorso e successivamente allegato all’istanza di opposizione alla richiesta di archiviazione del padre di Simonetta, ha riacceso le speranze di giustizia. Quella giornata, un testimone ha affermato di essere uscito dall’ufficio prima dell’arrivo di Simonetta, ma l’autenticità di questa affermazione non è mai stata verificata.
La gip Arcieri, respingendo la richiesta di archiviazione da parte della Procura, ha dichiarato la “verosimiglianza” della pista legata a documenti segreti, ipotizzando l’eventuale coinvolgimento di “soggetti e/o interessi dei servizi segreti”.
L’attenzione su questo drammatico caso continua a crescere, e mentre il tempo passa, la domanda rimane: chi ha ucciso Simonetta Cesaroni? La risoluzione di questo ‘giallo’ potrebbe non essere solo una questione di giustizia, ma anche di verità storica, che affligge da troppi anni la memoria di una ragazza il cui destino è rimasto avvolto nel mistero.