Meloni in Senato: "Italia e Ue rafforzino difesa. Non mi dimetto se le riforme non passano"

(Adnkronos) - "Italia e Ue devono rafforzare le proprie capacità difensive per far fronte alle sfide geopolitiche in atto. Da patriota sempre sostenuto un principio semplice", ovvero che "la libertà ha un prezzo". Lo ha detto la pre

A cura di Adnkronos
07 maggio 2025 13:55
Meloni in Senato: "Italia e Ue rafforzino difesa. Non mi dimetto se le riforme non passano" -
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(Adnkronos) - "Italia e Ue devono rafforzare le proprie capacità difensive per far fronte alle sfide geopolitiche in atto. Da patriota sempre sostenuto un principio semplice", ovvero che "la libertà ha un prezzo". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, rispondendo a una interrogazione di Carlo Calenda (Azione) sul tema difesa nel corso del question time al Senato. E' necessario "costruire un pilastro europeo dell'Alleanza atlantica, da affiancare a quello nordamericano in un'ottica di complementarità strategica, capace di incentivare anche la formazione di una solida base industriale europea", ha aggiunto. 

Nel suo intervento Meloni ha ricordato come "nel 2014 al vertice Nato di Washington gli Stati membri dell'Alleanza atlantica si sono impegnati a raggiungere in dieci anni spese per la difesa pari al 2% del pronto interno lordo. Da allora, tutti i governi hanno confermato questo impegno senza eccezione di colore politico. L'Italia finalmente raggiungerà questo target nel corso del 2025 perché c'è un governo che sa che mantenere gli impegni presi". Mantenere gli impegni internazionali "è fondamentale per farsi rispettare", ha scandito la presidente del Consiglio. 

L'Italia, ha spiegato Meloni, intende rilanciare "la traiettoria di potenziamento delle nostre capacità di difesa" inserendo nel computo delle spese rilevanti "quelle voci che sono in linea con i parametri dell'Alleanza atlantica che altre Nazioni già considerano". "Sulle spese della difesa ho già risposto, nell'interrogazione chiedevate anche di sapere se l'Italia utilizzerà i fondi di coesione e non intendiamo utilizzare i fondi di coesione, tanto per chiarirlo, perché è stata anzi l'Italia a impedire che una parte delle risorse dei fondi di coesione venisse automaticamente spostata sul piano della difesa, dopodiché sulla difesa stiamo riconoscendo come spese della difesa spese che i cittadini italiani pagano, che sono spese per la difesa e per la sicurezza". 

E poi ha aggiunto: "Pur rimanendo al fianco dei nostri alleati orientali io penso che sia arrivato anche il momento in cui la Nato prenda in maggiore considerazione il fianco sud dell'Alleanza, che pure è particolarmente importante, soprattutto in un tempo di minacce ibride". 

 

"La politica estera italiana ha avuto, dal mio punto di vista, in questi anni una identità chiara, anche un protagonismo che ha smentito chi aveva preconizzato una sorta di isolamento italiano con l'avvento del governo di centrodestra", afferma la premier. In Europa "abbiamo recuperato una centralità come dimostrato dalla scelta di un vicepresidente con delle deleghe molto importanti della Commissione europea ma anche dal cambio di passo su alcune materie come ad esempio l'immigrazione".  

"Sono soddisfatta della presidenza del G7, del messaggio che abbiamo cercato di mandare, del tentativo di tenere uniti Ue e Usa, perché solamente insieme possiamo garantire un Occidente all'altezza delle sfide del nostro tempo". 

Meloni poi, rispondendo all'interrogazione del senatore De Cristofaro, afferma che sostenere "che avremo deciso di garantire 40 miliardi di euro dei cittadini al governo Usa è, mi dispiace, pura propaganda, gli unici 40 miliardi che io ricordo di investimenti sono quelli che gli Emirati Arabi Uniti si sono impegnati a portare in Italia, perché questo governo fa le sue scelte seguendo una sola bussola, che è la difesa dell'interesse nazionale italiano". 

 

Sull'Ucraina, Meloni ha ricordato che "sosteniamo lo sforzo per una pace giusta e duratura. Rinnoviamo l'urgenza di un cessate il fuoco immediato e incondizionato. Auspico che la Russia dimostri concretamente la volontà di pace, Kiev lo ha già fatto".  

"In Medio Oriente continuiamo a lavorare per la fine permanente delle ostilità. Appoggiamo il lavoro che i Paesi arabi stanno portando avanti. I Paesi arabi sono la chiave di volta per la soluzione del conflitto e per tracciare un quadro regionale di pace e sicurezza che deve includere la prospettiva dei due Stati". 

Per quanto riguarda invece India e Pakistan, "il governo sta seguendo le nuove tensioni ed è anche in contatto con i nostri alleati. So che qualcuno ha chiesto che il governo riferisca in aula, siamo pronti a farlo". 

 

Parlando di riforme, Meloni ha detto che "il premierato sta andando avanti, la considero la madre di tutte le riforme. Non dipende da me ma dal Parlamento, sicuramente la maggioranza è intenzionata a procedere spedita come sulla riforma della giustizia". 

Interrogata dal leader di Italia Viva Matteo Renzi, alla presidente del Consiglio viene chiesto tra le altre cose se le sembri "un gesto coerente" non dimettersi se la riforma sul premierato non riuscisse a passare, così come le altre riforme previste dal governo. "A parte sulle preferenze, mi è sfuggita la sua domanda...", ha replicato quindi Meloni, per poi lanciare la stoccata: "Mi ha chiesto di dimissioni in caso di bocciatura del referendum. Lo farei anche volentieri, ma non farei mai niente che abbia già fatto lei". 

 

"La promozione di S&P" rappresenta "l'ennesima riprova del lavoro di un governo che è stato in grado di ridare all'Italia la serietà e conseguentemente l'attrattività che merita. Penso che sia un'altra smentita per coloro che avevano preconizzato conseguenze catastrofiche per i nostri conti pubblici se il centrodestra fosse arrivato al governo, perché i fatti e la storia di questi due anni e mezzo raccontano tutt'altro", afferma Meloni, rispondendo a un'interrogazione di Forza Italia. "L'Italia - aggiunge - si presenta in modo credibile di fronte a un quadro economico e finanziario che è oggettivamente molto complesso" con "una credibilità che non riconosco io, che riconoscono i mercati, gli investitori e i risparmiatori".  

 

"I dati Istat del primo trimestre 2025 relativi all'occupazione, all'andamento dei salari e alla stima dell'andamento del prodotto interno lordo confermano l'efficacia della strategia che abbiamo messo in campo". "Quindi - ha proseguito Meloni - io penso che il nostro impegno debba essere quello di continuare su questa linea, con obiettivi che sono e che devono essere sempre più ambiziosi". 

E' necessario ora concentrarsi "sul ceto medio, esattamente come penso che dobbiamo continuare a lavorare a sostegno delle imprese dove l'obiettivo più complesso e più ambizioso che ci poniamo è riuscire ad abbassare strutturalmente il costo dell'energia, che pesa come un macigno sulla competitività delle nostre imprese".  

E ancora: "La crescita occupazionale, la tutela del potere d'acquisto, l'aumento degli stipendi sono priorità che questa maggioranza e questo governo hanno ben chiare sin dal loro insediamento, priorità che consideriamo irrinunciabili, fondamentali sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista macroeconomico". 

 

 

Per la premier la sicurezza sul lavoro rappresenta "una priorità del governo, sono d'accordo sul fatto che sia dovere di ognuno di noi fare tutto quello che è in nostro potere per contrastare una piaga che non possiamo più tollerare", ha detto, aggiungendo che "domani incontreremo i sindacati" per affrontare il tema e "ci confronteremo con loro su come spendere al meglio queste risorse: porteremo anche le nostre proposte, come quella di potenziare il sistema di incentivi e disincentivi alle imprese in base alla loro condotta in materia di sicurezza, perché vogliamo premiare le imprese virtuose. Ma li incontreremo anche per ascoltare le proposte che arrivano dai sindacati, perché io penso che questa sia una di quelle materie che coinvolgono tutti e sulle quali bisogna riuscire a lavorare nel merito delle proposte, senza avere alcun tipo di pregiudizio".  

 

"Riguardo all'energia, nell'ambito della mia visita a Washington, Italia e Stati Uniti hanno sottoscritto una dichiarazione che dice che vogliamo rafforzare la nostra cooperazione in campo energetico, chiaramente a noi serve anche per continuare quel cammino di diversificazione delle forniture che è stato avviato dall'Italia all'indomani della guerra d'invasione russa in Ucraina, grazie a questa scelta oggi noi siamo la nazione con il più variegato mix di fonti di approvvigionamento esterno", dice Meloni rispondendo a una domanda sull'approvvigionamento energetico e al rapporto con Trump. "Gli Stati Uniti sono già il secondo mercato di origine del GNL importato in Italia, con oltre 5 miliardi di metri cubi importati nel 2024. Partiamo quindi dalla collaborazione consolidata che è iniziata con l'amministrazione Biden e che quindi difficilmente può essere venduta come un favore che si sta cercando di fare a Donald Trump perché nelle cose bisogna anche essere coerenti, io penso che sia importante per l'Italia mantenere un'ampia diversificazione delle forniture ma non ci sono impegni in questo senso", conclude. 

 

"La lotta alla violenza contro le donne è un tema molto caro al governo, abbiamo promosso leggi importanti, su in impianto di norme già solido. Nella violenza delle donne c'è una specificità, spesso le donne muoiono perché sono donne e non per altre ragioni", ha detto Meloni rispondendo sul tema della specificità del reato del femminicidio. "Occorre un nuovo modo di prevenire e contrastare i femminicidi", sottolinea. "Abbiamo aumentato i fondi per le case-rifugio -ha poi ricordato Meloni- abbiamo reso strutturale il sostegno economico per le vittime, abbiamo agevolato il loro reinserimento professionale, stiamo lavorando sulla diffusione del numero d'emergenza 1522, il numero antiviolenza, antistalking della presidenza del Consiglio al quale ci si può rivolgere per chiedere aiuto e assistenza immediati, sulla formazione di chi lavora sul campo, sulla sensibilizzazione nelle scuole, sulla protezione del minore in rete". 

 

 

"Io riconosco l'efficacia di Industria 4.0, io sono una persona onesta e quando qualcosa ha funzionato lo riconosco, anche se è stata fatto da altri", ha poi aggiunto la premier in tema di Pnrr. "Stiamo valutando con la Commissione europea se ci sono i margini per inserire nella revisione del Pnrr entrambi i provvedimenti", aggiunge con riferimento anche a Transizione 5.0 

 

Seduti tra i banchi del governo oltre alla presidente del Consiglio, ci sono Daniela Santanchè, Paolo Zangrillo, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Roberto Calderoli, Orazio Schillaci, Eugenia Roccella, Carlo Nordio, Andrea Abodi, Luca Ciriani e Alfredo Mantovano. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, è arrivato a intervento iniziato. Essendo pieni i banchi del governo, anche per l’arrivo di Alessandro Giuli e Alessandra Locatelli, Tajani si è seduto tra i banchi di Forza Italia accanto ad Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca.  

 

 

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